|Giovedì Ballerino| Crisalide
- Cecilia Costa
- 4 feb 2021
- Tempo di lettura: 1 min
Con questo Giovedì Ballerino comincio ad ampliare il mio orizzonte: è sempre una coreografia ma sottoforma di cortometraggio disponibile anche su Prime.
La danza è a tutti gli effetti un linguaggio narrativo. In questo caso racconta una storia di abuso, una memoria corporea che nasce e scaturisce dai movimenti di parti specifiche del corpo. I passi alternano interiorità ed esteriorità rendendo difficile distinguere se si tratti di un ricordo o di un atto vissuto in quel momento. La sensazione è quella di essere dentro la testa di questa ragazza, avvertiamo sulla pelle qualcosa, un’urgenza.
“Crisalide” di Cura Gasparotti mi ha trasmesso un forte senso di metamorfosi, una trasformazione mentale ancor prima che fisica. I sentimenti e la drammaticità della coreografia ci sono suggeriti anche dai viraggi cromatici che tingono certe scene. Il colore soffoca lo spettatore, infastidendolo con passaggi da una luce bianca e accecante a toni più scuri.
La regia segue il corpo che incarna la disperazione con movimenti in disequilibrio, frenetici, ondeggianti. Nella prima parte i passi sono statici, giocati molto sulle schematicità delle mani, lo sguardo fisso allo spettatore che comunica disagio, nella parte centro-finale diventano concisi e “movimentati”, non è più seduta ma corre.
Una narrazione ciclica che comincia e termina con una porta che assume un significato preciso di evoluzione: la crisalide matura e consapevole può provare finalmente a uscire fuori dal tunnel.

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