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|Giovedì Ballerino| Moment of truth

  • Immagine del redattore: Cecilia Costa
    Cecilia Costa
  • 27 mag 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Questa coreografia è spuntata dal nulla, ed è servita a congiungere abilmente le mie passioni: la danza, la scrittura e il fascino delle persone.


Il pezzo si chiama “Moment of truth”.


Chi ha studiato qualcosa di psicologia sociale avrà sentito parlare di conformismo, e il famoso esperimento di Asch che propose a un gruppo sperimentale di suoi allievi un giochino particolare.


Venero convocati quattro studenti che furono istruiti su come commentare una serie di linee, i quattro avevano il compito successivamente di disturbare la normale classificazione delle linee da parte di un quinto, ignaro di tutto, e vero protagonista dell’esperimento.

Quest’ultimo, sebbene avesse cominciato a dare le risposte corrette cominciò a conformare le sue affermazioni agli altri anche quando erano evidentemente false.


Questo è il processo di conformismo a cui tutti, bene o male, siamo o saremo sottoposti almeno una volta nella vita.


Si, ma che c’entra con la danza tutta questa teoria?


È la chiave di comprensione dell’intero pezzo di oggi. La scena che ci viene mostrata è quella di un gruppo di persone che non sono più individui. Sono vestiti uguali, seguono lo stesso passo scandito dal ritmo preciso e secco della marcia, guardano nella stessa direzione.


Sono schematici e geometrici nella loro perfetta uniformità. Questa è una caratteristica che, soprattutto nelle coreografie con i grandi numeri, è fondamentale per raggiungere un risultato visivo piacevole. La coordinazione, la somiglianza e la precisione vanno a inserirsi in quella che è definita “pulizia” del pezzo.


A un certo punto l’equilibrio si rompe e si accende una luce nel buio. Una persona rallenta e si ferma. Diventa protagonista della sua storia, prende in mano le redini della sua vita e senza volerlo, dopo la fatica di distinguersi e di spogliarsi dai vestiti della massa, attrae a sé quel cambiamento.


È il pensiero divergente. È la forza della minoranza che preme e spinge sulla maggioranza perché venga ascoltata e seguita.


Assistiamo proprio a una metamorfosi di costumi: dal nero si riscoprono i colori e si lascia che la loro forza penetri nelle menti di tanti.


La folla ha paura del cambiamento perché non ne comprende la necessità, ma allo stesso tempo ne è incuriosita e non vi può sfuggire perché cambiare è nella natura dell’uomo.


Non si può negare e fuggire il cambiamento, si può solo rallentare il nostro incontro.




 
 
 

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