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  • Immagine del redattoreCecilia Costa

Piccolo atlante del folklore ligure | Special Halloween Edition

C’è un periodo dell’anno in cui si cominciano quasi per magia a rispolverare le vecchie tradizioni, le antiche leggende e i ricordi perduti nel tempo e nella memoria.


Ecco perché, spinta dal fascino per le mie radici, e colpevole di aver acquistato “Folklore. Antologia del Fantastico italiano”, ho provato a scavare alla ricerca di qualche storia ligure avvincente che potesse calzare alla perfezione per Halloween.

Benvenuti in questo breve viaggio!


La processione degli spettri


Nell’entroterra genovese, a Savignone, si trova un castello nobiliare molto famoso, il Castello dei Fieschi, custode di una storia di un amore finito in tragedia. La giovane Fosca andò in moglie a Luchino Visconti, signore del Ducato di Milano (eccolì che tutti i nodi portano ai milanesi…ovviamente si scherza, per carità, vi si vuole bene). I costumi della

corte corruppero la giovane che diventò volgare e cattiva, girovagando di regno in regno. Tornata nel palazzo natio, Fosca

aveva incominciato una relazione con il suo amante che venne brutalmente assassinato dal marito geloso. La leggenda vuole che il castello, nelle notti di tempesta, si animi di un elegante corteo di spettri, in cui spiccano due fiammelle danzanti, simbolo di una felicità nuziale durata troppo poco.


Il fantasma dell’Opera


Chi avrebbe mai detto che non sarebbe servito andare in Francia per poter raccontare una storia di fantasmi e musica? Sarà che sto ascoltando “Il Fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux, e quindi parto già avvantaggiata, ma questa vicenda mi ha incuriosita tantissimo. Il Teatro Carlo Felice è il gioiello dei teatri genovesi, nel cuore della Piazza più pulsante della città. Qui, in passato, sorgeva una prigione del Tribunale dell’Inquisizione, e si racconta che una giovane, Leila Carbona, fosse stata accusata di stregoneria. Imprigionata, morì prima di andare a processo e fu sepolta nelle catacombe. Quando sorse il teatro, animata dalla dolcezza della musica, il fantasma di Leila apparse sul palco. Le sue apparizioni divennero tanto frequenti da fare di lei un simbolo. Ancora oggi si dice si presenti durante ogni spettacolo per poi sparire, un po’ come Eric fece con il Palco N° 5 dell’Operà di Parigi.


Il Banchetto degli scheletri


Non solo Genova in questo breve viaggio. La seconda storia vi porta a La Spezia dove si trova una chiesa segnata da una macabra leggenda. L’edificio apparteneva a una famiglia di marchesi e gli abitanti si lamentavano spesso delle manifestazioni di figure che cantavano, danzavano e illuminavano la zona. Il mistero portò alla scoperta di una cripta al cui centro si trovava una tavola rotonda con sedili in pietra. Intorno al tavolo giacevano scheletri riccamente vestiti. Per timore venne scelto di seppellire questi scheletri, e misteriosamente le presenze ambigue cessarono di esistere.


La vecchina di Vico dei Librai


È una leggenda che ha un che di malinconico. La storia è quella di una vecchia signora che, forse smarrita o forse vagabonda, si aggira per le strade del centro storico chiedendo ai passanti indicazioni per raggiungere Vico dei Librai, salvo poi svanire nel nulla. Chi è stato a Genova sa quanto è facile perdersi tra i caruggiall’apparenza tutti uguali e in realtà diversissimi, e la vecchina potrebbe far pensare a una donna smemorata, ma l’aspetto più curioso è che Vico dei Librai non esiste più dalla Seconda Guerra Mondiale quando la città venne bombardata dai tedeschi. Coincidenza?


I fantasmi del mare o fuochi fatui


L’ultima storia che vi voglio raccontare lega ancora di più la città al mare. Si narra infatti che durante il Giorno dei Morti si diano appuntamento le anime di tutti coloro che sono morti in mare senza trovare sepoltura. Avventurieri, marinai, pirati, pescatori, chiunque abbia preso la via del mare e non sia mai tornato indietro.

Le anime tornano come fuochi fatui e si spingono sino all’entroterra dove assumendo sembianze umane si dice infastidiscano e tirino i capelli a chi incontrano sul loro cammino sino all’alba sino a scomparire come nebbia e tornare al mare.





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