Infernum: l'Inferno prende nota
- Cecilia Costa
- 28 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aprire porte invece che serrarle è un buon punto di partenza per avvicinare al fascino della letteratura tanti che per principio non lo farebbero da soli e che non hanno la fortuna di trovare persone appassionate in grado di farli “innamorare”.
Nella mia scrittura, e nella mia vita in generale, letteratura e musica ricoprono due ruoli molto importanti e spesso incrociano le loro strade regalandomi grandi sorprese.
Come possiamo trasmettere la passione per la cultura senza analisi e libri di testo che risultano ostici nemici?
La soluzione è drizzare le orecchie, captare i cambiamenti e trovare il coraggio di navigare un mare nuovo, il più in voga in questo momento, ovvero la musica rap.
Che ci piaccia o meno abbiamo la possibilità di sfruttare tutti i possibili mezzi a nostra disposizione, e il rap, se usato bene, è uno strumento di grande impatto.
Non sono un’amante del genere, ma conosco e seguo alcuni artisti. Trovo impressionante la capacità tecnica che certi parolieri utilizzano nei testi. La musica, analizzata nella sua componente di scrittura, non ha nulla da invidiare alla letteratura, anzi, capita che ne abbracci i trucchi, il ritmo narrativo e le figure retoriche, offrendo componimenti di altissimo livello.
Facciamo incontrare Dante e Virgilio con i loro menestrelli del XXI secolo, i signori Murubutu, rapper e professore di storia e filosofia, e Claver Gold, in collaborazione alla produzione di Infernum, il concept album ambientato nell’Inferno dantesco.
E dell’Inferno ritroviamo tutti i passaggi più celebri riarrangiati e “ammorbiditi” per essere trattati musicalmente. Non sto a elencarvi tutte le tappe, ma partiamo dalla famosissima entrata nella Selva Oscura, concludendo poi il viaggio con il ritorno al Chiaro Mondo. In totale nove tracce che rendono protagonisti personaggi diversi.
Mi ha affascinato il taglio dato. Non si perde la grandezza dell’opera di Dante, la si rende contemporanea e viva, definendone di fatto l’aspetto di classico applicabile con facilità a ogni epoca.
Nonostante il grande tributo letterario non si vuole giustamente rinunciare ad alcuni tratti distintivi propri del genere: le basi sono tutte diverse tra di loro, vanno a ricalcare le atmosfere presentate nei canti, il linguaggio è diretto, sciolto, ma mai superficiale.
Il lessico è ricercato, ve ne accorgerete ascoltando: le proprietà linguistiche sono usate con maestria, e non di rado versetti interi (amor ch’a nulla amato amar perdona, per dire il più noto) vengono ripresi e integrati all’interno delle strofe.
Gli stili diversi vanno a creare volontariamente una contrapposizione tra passato e presente. Murubutu tende a ricalcare i toni più classici parafrasando i contenuti dei canti, Claver Gold, al contrario, contestualizza il significato con metafore contemporanee, facendo luce su problemi attuali.
Non risparmia una critica ai colleghi, vittime della “tendenza” e insensibili a tutto ciò che non è il dio denaro. Definiti “barattieri che lo fanno per moda”, sono affidati alla pece bollente, andando idealmente a consegnare a Claver Gold quel ruolo di “giudice” incarnato da Dante quando destinò Bonifacio VIII all’Inferno.
Le sonorità delle basi contribuiscono a rendere più concreta la discesa verso il centro degli inferi: si parte da suoni più melodici, nell’Antinferno si accenna a un contorcanto “angelico”, e più si procede verso il basso più si incupisce e indurisce la melodia, le parole si fanno più concitate, il ritmo scandito in modo più chiaro.
In questo modo la musica diventa davvero spalla di sostegno per comprendere le cifre stilistiche usate da Dante nella Commedia.
Questo album va ascoltato più volte per essere compreso a fondo. Per conoscere il ritmo e le voci e familiarizzare con le parole, e per dare significato ai testi, concedendoci la possibilità di riscoprire la bellezza della Divina Commedia attraverso questa chiave nuova.

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