Soulmates: utopia o distopia?
- Cecilia Costa
- 27 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Non mi piace esprimere un parere negativo su qualcosa che vedo o leggo, mi dà quasi fastidio. Tuttavia non tutto merita una recensione positiva e, questo è sicuramente il mio parere personale, sono pronta a ricredermi.
Soulmates, Soulmates, Soulmates.
Della serie creata da William Bridges e Brett Goldstein disponibile su Amazon Prime Video si potrebbe parlare per giorni, tanto che con la mia fidata amica di serie Chiara, che è stata quasi costretta a vederla, siamo andate avanti tutta la settimana ponendoci dubbi e domande a vicenda. Questa recensione, sebbene scritta da me, rispecchia il nostro lavoro di confronto.
In un futuro non troppo futuro è stato sviluppato un test che attraverso un algoritmo analizza e trova l’anima gemella di una persona su tutto il globo. Una e una sola, destinata a poter diventare il “match” perfetto. Sta alla libertà di ognuno scegliere se farsi coinvolgere o rinunciare.
Dal punto di vista tecnico è fatta molto bene: ottime le scelte delle luci che connotano i cambiamenti repentini di emozioni, sentimenti. I contrasti di chiaro/scuro fanno progredire la storia da una visione tranquilla, a una sempre più dark. Ho apprezzato l’ordine degli episodi. Anche la colonna sonora mi è piaciuta molto: accompagna le scene, spesso in modo anempatico, ovvero non in linea con i sentimenti delle scene.
I problemi a mio parere sono a livello di trama: la serie è antologica, sei storie diverse per le sei puntate. Il mio episodio preferito è il 4° perché lo reputo quello meglio costruito, e considero di rilievo l’evoluzione dei personaggi, a prescindere da questo ho trovato episodi più funzionanti e altri meno. L’aspetto antologico è utile se si vogliono trattare temi diversi senza scendere troppo nei dettagli, tuttavia, rischia di abbozzare una narrazione che non approfondisce nulla e lascia solo domande. Sono rimasta perplessa per la fretta di affrontare le varie situazioni: abbiamo la coppia sposata con figli, la coppia aperta, i cuori fuggenti, l’amore malato, la morte; troppa carne al fuoco che non conduce a una seria riflessione.
Il paragone con Black Mirror è immediato ma con una grande differenza: Black Mirror parlava anche del peggio ma riusciva a contestualizzarlo dall’inizio alla fine dando un risvolto particolare e una spiegazione morale (parlo di alcuni dei miei episodi preferiti tra cui “Black Museum”, “Odio universale”, e “Zitto e balla”).
Quello che conveniamo io e Chiara è che la differenza tra le due sta proprio nell’incisività: Black Mirror è veloce ma incisivo, Soulmates è veloce ma quasi fulmineo, lascia il tempo che trova. Ci sono anche in questo caso degli spunti interessanti: all’inizio si parte con l’idea che quest’anima gemella sia il meglio della vita, e via via che si progredisce si comincia a intessere una rete sempre più fitta che porta al rovesciamento della medaglia.
Non so se credo all’anima gemella, di sicuro non nel tipo proposto dalla serie perché lo trovo finto: l’anima, o le anime gemelle, a mio parere non sono per forza persone che hanno tanto in comune con noi, ma sono persone che ci fanno sentire vitali, al massimo delle nostre capacità, al nostro posto. Non mi piace l’idea che l’anima gemella sia l’unica e sola i grado di farci credere nell’amore, né che con lei/lui/loro sarà tutto facile e immediato. Quest’idea favolistica secondo me è affrontata bene nell’episodio pilota quando ci si rende conto che essendo persone, non si può eliminare la possibilità di essere in disaccordo.
Aggiungo poi, su spinta di Chiara, una riflessione riguardo al fatto che il concetto stesso dell’anima gemella viene spesso presentato come pretesto per lasciarsi, oltre a questo non ha un grande ruolo di rilievo. Potevano affrontarla un po’ meglio dando anche la possibilità di capire i criteri secondo cui l’algoritmo elabora queste “accoppiate” poiché relativamente all’aspetto tecnico non abbiamo informazioni.
Di sicuro, e penso fosse voluto e cercato, è una serie che fa parlare, fa discutere e mette le persone in crisi perché non sappiamo cosa scegliere. In fondo, se ci fosse la possibilità di fare questo test, tu lo faresti?

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