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L'altra storia di noi | Jennifer Weiner

  • Immagine del redattore: Cecilia Costa
    Cecilia Costa
  • 22 mag 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Lessi L’altra storia di noi di Jennifer Weiner quando me lo prestò una delle mie storiche compagne di banco. A fine lettura mi dispiaceva doverglielo ridare.

Se stasera bussasse alla porta la vostra migliore amica d’infanzia con cui i rapporti si sono incrinati, e vi dicesse agitata di avere il dubbio di essere l’artefice di un incidente mortale, cosa fareste?

Io conoscendomi scoppierei a ridere, come sempre quando sono in imbarazzo. Non nego che le chiuderei la porta in faccia, ma alla fine cederei tormentata dalla mia coscienza.


Una reazione non tanto diversa da quella che Addie Downs mette in scena alla vista di Valerie Adler, ricomparsa all’improvviso nella sua vita con una richiesta d’aiuto dopo quasi vent’anni di silenzio.

Le due donne, cresciute e cambiate dalle esperienze, faticano a ritrovare la scintilla che da bambine aveva sancito il loro patto di amicizia eterna. Ricostruire i pezzi non è facile, ma si può tentare di guardare al futuro con il coraggio di ascoltare un’altra versione del passato.


“In tutti quegli anni di furibonde recriminazioni, anni in cui mi ero portata dietro il rancore come un librino tascabile da cui temevo di separarmi anche solo per un istante, non avevo mai pensato che potesse esistere un punto di vista diverso, un’altra verità.”

L’altra storia di noi è proprio questo: un viaggio a ritroso che scava nell’amicizia, mettendo in luce i suoi angoli bui e costruendo le basi per una nuova possibilità.


Un romanzo semplice e scorrevole, che mi ha permesso di staccare un po’ la spina.

Un mix ben pensato di avventura, ribellione e mistero.

In parallelo con il plot principale, si snoda un’indagine alla quale sta lavorando il capo della polizia Jordan Novick, anche lui cerca una nuova versione di se stesso che lo rimetta in carreggiata.

Più volte nel corso della narrazione mi ha assalito un senso di fastidio, un formicolio silenzioso, quasi un ammonimento. Addie e Val erano inseparabili a nove anni, ma si sa che da bambini tutto è più facile. Crescendo cambiano gli obiettivi e le compagnie, cambiamo noi.


Non ci sono personaggi “positivi” e “negativi”: tutti hanno le loro mancanze e le loro responsabilità. A molti è data la possibilità di redimersi e una seconda chance.


La forza di volontà e la voglia di affermarsi come persone sono il vero motore per promuovere il cambiamento che riguarda noi stessi.

Addie, quando sente di aver toccato il fondo, non se ne sta della sua condizione, decide di porre la parola fine a quello che era un ponte negativo con il suo passato.


Il disagio di convivere con noi stessi, soprattutto se ci sentiamo inadeguati o non all’altezza dell’immagine che vorremmo avere, è una miccia accesa che ci può spingere a ferire coloro che ci sono sempre stati vicini, o peggio, a sfogare questa sensazione su noi stessi.


Sia Valerie che Addie, seppure con tempi e modi diversi si sentono “fuori posto”, non a loro agio nel mondo che vivono e nelle loro famiglie.


È particolare come sia vista dai loro occhi la figura delle rispettive madri: entrambe vedono nell’altra ciò che vorrebbero avere per sé.


L’altra storia di noi è la storia di persone che si allontanano ma sentono il bisogno di ritrovarsi e di concedersi qualche altra avventura prima di congedarsi per sempre.



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