top of page

Enola Holmes: risolvere l'enigma di diventare grandi.

  • Immagine del redattore: Cecilia Costa
    Cecilia Costa
  • 26 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Enola Holmes è la protagonista del nuovo film di punta di Netflix per il mese di settembre.

Non conoscevo il suo personaggio fino a quando non ho scoperto dell’esistenza del film, ammetto di non aver nemmeno mai letto una delle avventure di Conan Doyle.

Fin dal primo sguardo di sfuggita al trailer avevo aspettative altissime e il mio hype è cresciuto a dismisura fino a un paio di giorni fa, quando ho ceduto alla tentazione. I motivi del mio entusiasmo sono due: da un lato c’è una storia accattivante con un cast piuttosto famoso, tra cui spiccano Millie Bobbie Brown (Undici di Stranger Things), Helena Boham-Carter e Henry Cavill (The Witcher), dall’altra, l’impressione di intravedere uno sperato ritorno alla qualità targato Netflix.


Enola Holmes è la minore di tre fratelli, orfana di padre, cresce allevata da una madre grintosa, indipendente e tuttologa che sceglie personalmente di istruirla nel modo più completo possibile dando molto rilievo all’istruzione. Enola, legge tutta la biblioteca, sa combattere, fare esperimenti, pitturare e gestire i problemi meglio di molti altri suoi coetanei.


La madre è il primo trampolino per andare contro a un modo che vede ancora nella donna un essere fragile che va educato al portamento e alle buone maniere che faranno di lei un’ottima moglie e una brava madre. Ricordiamoci che siamo in pieno Ottocento, certe cose stanno per iniziare a cambiare. Nel film, il vento del progresso, è suggerito dalla protesta per estendere il suffragio universale a tutta la popolazione maschile, oltre ai primi movimenti di indipendenza femminile.

Sherlock e Mycroft Holmes

La mentalità del tempo è incarnata soprattutto dal fratello maggiore Mycroft (Sam Clafin), tutore legale di Enola, che, nel giorno della scomparsa della madre, decide di usare il polso duro per “raddrizzare” il comportamento della sorella, a suo avviso troppo libero.

Tuttavia, la genialità investigativa della famiglia Holmes scorre nelle vene di Enola che non se ne sta, vuole trovare risposte, ribellarsi, e dare un senso all’unico regalo che la madre le ha lasciato per il suo sedicesimo compleanno.


Un’avventura fatta di mistero, di incastri, incontri, sfide, di giochi di parole che, come nello Scarabeo, danno un senso a quello che all’apparenza sembra solo un insieme confuso di cose sconnesse le une dalle altre.


Si rivendica il diritto di essere felici, e, soprattutto, quello di battersi per divenire ciò che si vuole, vivendo una vita solo nostra senza terze persone che ci dicano cosa fare, come vestire, per chi votare o chi diventare da grandi. E questo vale sia per Enola, sia per il giovane Lord Tewkesbury (Louis Partridge), raccolto sulla strada, in fuga anche lui da un futuro opprimente e deciso.


Ho amato il sottile velo di mistero che si ricollega perfettamente alla figura tipica di Sherlock Holmes, qui agli esordi della sua carriera investigativa, e che lascia un finale aperto a nuove avventure.


Per quanto si tratti di un film sui toni del giallo, non mancano elementi di comicità e ironia portati in scena soprattutto dall’espressività di Millie Bobby Brown che spesso ammicca verso lo spettatore rompendo la barriera della quarta parete in un’ottica più teatrale che cinematografica.


Enola è narratrice in prima persona della sua stessa storia che spesso viene interrotta proprio dai suoi commenti rivolti al pubblico. La scelta della voce narrante che si rivolge in prima persona a chi guarda attira l’attenzione, mantiene vivo il rapporto narrazione-visione. Questo elemento non è nuovo, soprattutto perché il regista, Harry Bradbeer, ha lavorato, tra i tanti, anche per Fleabag che fa di questa caratteristica uno dei suoi punti a favore.


Chi conosce la serie se ne sarà accorto: la mimica facciale di Millie Bobby Brown è davvero simile a quella di Phoebe Waller-Bridge, autrice e protagonista della suddetta Fleabag.


“Ho capito che essere sola non significa solitaria, mia madre non ha mai voluto questo. Desiderava che trovassi la mia strada, la mia libertà, il mio futuro, il mio obiettivo.”


I giochi di parole, gli enigmi, le corse e le lotte fanno tutte parte del più grande caso che Enola potrà mai affrontare nella vita, ovvero trovare se stessa, conoscersi e approcciarsi alla crescita.


Tirando le somme, non è un capolavoro, ma togliamoci dalla testa l’idea che solo le grandissime produzioni abbiano senso di essere guardate. Enola Holmes ha superato a pieni voti il mio umile esame: è piacevole, fatto bene e può insegnarci qualcosa.


Perchè alla fine “la mia vita è solo mia e il futuro dipende da noi” senza tanti se e tanti ma.



Comments


Fammi sapere che ne pensi!

Thanks for submitting!

© 2023 by Train of Thoughts. Proudly created with Wix.com

bottom of page